Il sacro su legno e su vetro
Mostra di Giovanni Caronia
Giovanni Caronia ha iniziato a dipingere icone perché profondamente attratto dalla spiritualità che queste immagini irradiano. Mosso da questo fascino originario, ha iniziato a frequentare gli stage iconografici del centro Russia Cristiana di Seriate e si è recato anche in Russia, per studiare l’arte delle icone direttamente dai monaci ortodossi.
Egli, infatti, non si è mai concepito come un’artista solitario, ma ha sempre inserito i suoi studi, le sue ricerche iconografiche e stilistiche, nell’alveo della tradizione della Chiesa, di cui l’icona è espressione.
L’icona, sin dalle sue origini, è stata concepita come la presenza reale di Dio, e non come una semplice immagine: essa è realmente una finestra sul Mistero. Compito dell’iconografo è spiritualizzare la materia, seguendo costantemente i modelli della tradizione.
Per questo l’icona è il risultato di un lungo studio, innanzitutto teologico – l’iconografo non può non essere anche un teologo – e di una pratica esecutiva consolidata e sempre uguale nel corso dei secoli, in cui ogni gesto, ogni passaggio, ogni colore, è portatore di una precisa simbologia.
È importante però ricordare che comunque l’icona, pur indicando in ogni suo elemento la trascendenza di Dio, è radicata profondamente nella storia: è possibile infatti rappresentare Dio, sotto forme che sono comunque umane, perché Egli si è incarnato, e incarnandosi si è reso rappresentabile dall’uomo.
Per finire, l’icona, per essere questa reale presenza di Dio nella tavola, deve essere introdotta nella Chiesa: tramite la benedizione essa può divenire oggetto di venerazione, e può avere una funzione liturgica.
Recentemente il nostro amico Giovanni ha cominciato anche a sperimentare una tecnica e dei soggetti che si legano a un’altra tradizione, meno aulica ma non per questo meno stimolante: la pittura su vetro.
È un genere che nasce come arte popolare, devozionale, che mutua i suoi soggetti e il suo stile dagli ex-voto e dalle pitture dei carretti siciliani, e in cui conta principalmente la semplicità e l’immediata comprensibilità della rappresentazione sacra.
Giovanni Caronia ripropone soggetti della tradizione locale (S. Rosalia,
Rita Martorana Tusa